Viaggio nella bellezza le pietre raccontano: il vigneto di Carlo - Azienda vitivinicola biologica
Dare valore alla storia e alla modernità attraverso un luogo: questo troverete in questa proprietà. Antico e moderno convivono insieme tra passione per il vino e tutela della memoria storica. Ti propongo un viaggio in una terra meravigliosa, ti invito a respirare secoli di cultura vitivinicola e a rintracciare nel suo vino la storia di una famiglia. Vino e architettura quindi: due forme d'arte che si incontrano in una esperienza che coinvolge tutti i sensi.
In questa azienda si produce vini di grande qualità, certificati IGP e Biologico. Inoltre ha l'orgoglio di aver salvato dall'oblio due vitigni autoctoni: il Marchione e il Susumaniello, consentendo all'istituto Agrario di Locorotondo di reinserirli nell'elenco dei vitigni pugliesi.
Quello che oggi si rende disponibile al mercato non è costituito da solo ettari di vigneto e volumi edificati in pietra, ma è la tradizione di una famiglia che ha creduto in un progetto che ha visto i natali a metà ottocento e che lo ha mantenuto per 5 generazioni. Ha prodotto un vino schietto frutto di un territorio autentico e della passione per la terra, espressione di una storia d'amore che perdura.
Ed è così che è stata creata questa azienda agricola, nel cuore della Valle d'Itria, tra i comuni di Ostuni, Martina Franca e Cisternino ed ha una interessante storia da raccontare. Una storia fatta di silenzi e lavoro, requisiti fondamentali per dare vita ad un prodotto di eccellenza. La posizione della tenuta è strategica: mediana rispetto alle due coste pugliesi, ed ai maggiori centri di interesse turistico.
La tenuta è composta da 4 corpi di fabbrica. L'abitazione del proprietario, un ampio complesso di trulli di circa 260 mq di coperto, dotato di piscina, terrazzamenti lastricati e una foggia. La casina liberty utilizzata per l'ospitalità turistica, composta di una ampia zona giorno, due camere da letto, due bagni e una veranda coperta con vista sui vigneti.
Il nuovissimo show room dotato di bagno.
E nell'immobile dedicato al vino, vi trovano posto un ampio wine bar, l'area degustazione, oltre all'area utilizzata per gli eventi, gli uffici amministrativi, gli ambienti di lavoro e deposito, quelli destinati alla trasformazione, stoccaggio e imbottigliamento del vino, la cantina e la linea per l'imbottigliamento. Parcheggio giardino e aree attrezzate circondano questo corpo di fabbrica. Fiore all'occhiello di questa porzione immobiliare è la cantina di circa 400 mq, completata agli inizi degli anni 2000. E' molto importate tener in conto che è molto difficile oggi in questa area poter edificare o scavare ambienti così grandi idonei allo stoccaggio del vino. Questo è dovuto alle leggi regionali e i regolamenti emanati per la protezione del territorio. La proprietà è venduta arredata e attrezzata, completa di ogni elemento necessario alla produzione e alla conservazione del vino.
L'azienda agricola si compone di circa 10 ettari di superficie, dove una piccola parta è coltivata a frutteto e oliveto, oltre a seminativi e bosco. L'area destinata alla viticoltura dispone di una diversificata varietà di uve: Malvasia nera, Cabernet Sauvignon, Susumaniello, Bianco D'Alessano, Verdeca, Merlot e Marchione con impianto che consente la raccolta meccanizzata. La produzione si svolge in loco dalla raccolta alla vinificazione può raggiungere le 140.000 bottiglie. Oggi la produzione è concentrata su 3 differenti vini: rosso, rosato e bianco. Si sta realizzando un'area destinata alla produzione di prosecco/spumante metodo classico.
L'azienda è certificata IGP (Indicazione Geografica Protetta) "Valle d'itria" e produce vini bianchi, rossi e rosati, e dal 2008 ha ottenuto anche la Certificazione Biologica, perché le uve prodotte da vitigni autoctoni, sono coltivate seguendo i principi dell'agricoltura biologica. Questo vuol dire che non vengono impiegate sostanze chimiche di sintesi e OGM. Si utilizzano concimi naturali e si coltiva secondo i criteri storici, ben sperimentati basati sulla fiducia dei processi naturali. L'obiettivo è stato quello di creare un agro-ecosistema interagente e favorevole alla gestione integrata dell'intera azienda, sono stati acquisiti nel corso degli anni appezzamenti di natura diversa: boschi, pascoli arborei, oliveti e seminativi. Tipica della zona è la terra rossa, povera di azoto, parzialmente dotata di argilla, limo e sabbia, ricca di potassio e boli. Il sottosuolo carsico e le notevoli escursioni termiche della zona favoriscono la produzione di vino di qualità.
La proprietà è completata da un impianto fotovoltaico di 20kwh installato nell'anno 2020, un pozzo artesiano collegato alla falda freatica a 400 mt di profondità, e un gruppo elettrogeno in grado di alimentare tutti gli impianti in assenza di energia elettrica.
La proprietà è venduta a "cancello chiuso". Per la normativa in ambito agricolo per vendita a cancello chiuso si intende il trasferimento di una proprietà con tutto ciò che si trova sul fondo e cioè comprensiva dei fabbricati, delle scorte presenti compreso il vino già prodotto, incluse macchine e attrezzi, frutti pendenti.
Approfondimenti tecnici
Il mestiere del vignaiolo si perde nella notte dei tempi, lungo tutta la Penisola, dove le infinite biodiversità rendono possibili la produzione di un gran numero di varietà vinicole autoctone. I vigneti migliori si estendono lungo le colline che guardano a sud-est, con buona esposizione al sole, giusta ventilazione e terreno argilloso. Non esiste una ricetta precostituita nella produzione artigianale: la bellezza e la difficoltà di questo lavoro stanno proprio nel capire come le modalità di vinificazione cambiano ogni anno. Ogni passaggio della vinificazione e dell'invecchiamento deve essere fatto con estrema cura e competenza.
E' questa la poesia che si può leggere tra i filari di piante autoctone che hanno sono state l'orgoglio e l'impegno di vignaioli per passione.
La Valle d'Itria, è una depressione carsica caratterizzata dal profilo uniforme tra le province di Bari e Brindisi e coincide con la zona meridionale dell'altopiano delle Murge. Si estende tra Locorotondo, Cisternino e Martina Franca. E' nota non solo per i caratteristici trulli dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, ma anche per i migliori vini bianchi di Puglia.
La valle ha un microclima unico (inverni rigidi ed estati lunghe notevolmente ventilate e con escursioni termiche notturne rilevanti) e un suolo caratterizzato dalle "terre rosse", di natura calcarea e argilloso-calcarea costituiscono l'ottimale substrato per vigneti, che così sviluppano aromi sofisticati e un buon grado di acidità.
Lo sviluppo della viticoltura in Valle d'Itria risale alla fine del XIX secolo, in concomitanza con una grave crisi che colpì la viticoltura francese causata dalla fillossera. Fu allora che per la coltivazione della vite fu impiegato un sistema di coltura basato su un porta-innesto di tipo americano.
Questa pratica col tempo fu raffinata: il terreno roccioso veniva spietrato e scavato, le radici del vitigno venivano piantate in profondità a contatto con il fresco della roccia e preziose sostanze minerali; lo scasso veniva poi colmato con terreno fertile.
Ancora oggi lo stesso sistema di impianto e coltura della vite ad alberello segue questo antico rituale e consente di difendersi dalla siccità. I due vitigni che esaltano le qualità del terreno carsico e del clima fresco della Valle d'Itria sono la Verdesca e il Bianco d'Alessano che si adatta alle zone più aride e alle spalle collinari. Questi due vitigni consentono la produzione di due splendidi vini bianchi, unici al mondo, gradevoli, ricchi di antiossidanti e quindi salutari.
Un pò di storia della proprietà
Sino al inizio del 1800 questa area della Puglia era connotata da immensi del latifondi amministrati sia dai nobili che direttamente dalle Università. Fu Gioacchino Murat che abolì la servitù delle terre dandole in enfiteusi perpetua all'agricoltura. Egli vietò la vendita di grandi appezzamenti, per stimolare la creazione di una nuova classe di proprietari. Questi interventi sul territorio servirono ad alleviare la miseria delle campagne, accrebbero la ricchezza nel regno di Napoli, migliorarono le finanze dello Stato con la soppressione dei sistemi feudali in tutta l'Italia Meridionale.
Le grandi distese agricole, necessitavano di un presidio puntuale della terra, per assicurarne la migliore cura e amministrazione, così la necessità si è vestita di bellezza, realizzando una edilizia rurale unica al mondo.
I massari si tramutarono in padroni, i pascoli diventarono privati e furono cinti da muri a secco, ed è così che lo sviluppo dell'agricoltura cambiò per sempre l'aspetto del territorio. Per questo gli edifici divengono un elemento di qualificazione funzionale e formale.
E' sullo sfondo di questi avvenimenti in ambito regionale che inizia l'avventura di una famiglia che ha legato il suo nome a questo territorio, e che da 5 generazioni lavora e produce qui.
Carlo originario di Alberobello nel 1860 si trasferisce in questa area e impianta i primi vigneti, avviando la produzione vitivinicola. Nel 1900 la produzione viene specializzata su vitigni autoctoni: Verdeca, Bianco d'Alessano, Marchione e Susumaniello.
Gli anni 70 del novecento rappresentano per la viticoltura una svolta per tutta la regione. Sono gli anni dell'interesse per i vini pugliesi da parte delle grandi case vinicole francesi e del nord Italia, che utilizzavano gli alti gradienti alcolici dei vini pugliesi per il "taglio" così da rinforzare i loro prodotti più "leggeri" conferendogli colore, struttura e alcol.
Nel 1999 la proprietà - passando ancora di generazione - viene riorganizzata e modernizzata, trasformando l'impresa agricola famigliare in una azienda moderna e funzionale. Si rinnova la cantina, con attrezzature di ultima generazione per la vinificazione, in linea con i nuovi standard, si creano gli spazi per l'accoglienza con la creazione di percorsi per la degustazione e la conoscenza dei prodotti.
Nel 2001 la produzione, che ha conservato i metodi di coltivazione tradizioni, ottiene la prima certificazione di produzione biologica.
L'azienda agricola con al sua produzione di altissima qualità continua la sua attività prendendosi cura degli edifici e dei vigneti senza soluzione di continuità, perchè in agricoltura poco è cambiato.
Si amplia l'attività agricola con l'ospitalità e i wine tour. L'engagement ha un effetto positivo a catena coinvolgendo i visitatori. I visitatori desiderano vivere un turismo esperienziale, denso di autenticità, diventando cosi ambasciatori del brand.
Dare valore alla storia e alla modernità attraverso un luogo: questo troverete in questa proprietà. Antico e moderno convivono insieme tra passione per il vino e tutela della memoria storica. Ti propongo un viaggio in una terra meravigliosa, ti invito a respirare secoli di cultura vitivinicola e a rintracciare nel suo vino la storia di una famiglia. Vino e architettura quindi: due forme d'arte che si incontrano in una esperienza che coinvolge tutti i sensi.
In questa azienda si produce vini di grande qualità, certificati IGP e Biologico. Inoltre ha l'orgoglio di aver salvato dall'oblio due vitigni autoctoni: il Marchione e il Susumaniello, consentendo all'istituto Agrario di Locorotondo di reinserirli nell'elenco dei vitigni pugliesi.
Quello che oggi si rende disponibile al mercato non è costituito da solo ettari di vigneto e volumi edificati in pietra, ma è la tradizione di una famiglia che ha creduto in un progetto che ha visto i natali a metà ottocento e che lo ha mantenuto per 5 generazioni. Ha prodotto un vino schietto frutto di un territorio autentico e della passione per la terra, espressione di una storia d'amore che perdura.
Ed è così che è stata creata questa azienda agricola, nel cuore della Valle d'Itria, tra i comuni di Ostuni, Martina Franca e Cisternino ed ha una interessante storia da raccontare. Una storia fatta di silenzi e lavoro, requisiti fondamentali per dare vita ad un prodotto di eccellenza. La posizione della tenuta è strategica: mediana rispetto alle due coste pugliesi, ed ai maggiori centri di interesse turistico.
La tenuta è composta da 4 corpi di fabbrica. L'abitazione del proprietario, un ampio complesso di trulli di circa 260 mq di coperto, dotato di piscina, terrazzamenti lastricati e una foggia. La casina liberty utilizzata per l'ospitalità turistica, composta di una ampia zona giorno, due camere da letto, due bagni e una veranda coperta con vista sui vigneti.
Il nuovissimo show room dotato di bagno.
E nell'immobile dedicato al vino, vi trovano posto un ampio wine bar, l'area degustazione, oltre all'area utilizzata per gli eventi, gli uffici amministrativi, gli ambienti di lavoro e deposito, quelli destinati alla trasformazione, stoccaggio e imbottigliamento del vino, la cantina e la linea per l'imbottigliamento. Parcheggio giardino e aree attrezzate circondano questo corpo di fabbrica. Fiore all'occhiello di questa porzione immobiliare è la cantina di circa 400 mq, completata agli inizi degli anni 2000. E' molto importate tener in conto che è molto difficile oggi in questa area poter edificare o scavare ambienti così grandi idonei allo stoccaggio del vino. Questo è dovuto alle leggi regionali e i regolamenti emanati per la protezione del territorio. La proprietà è venduta arredata e attrezzata, completa di ogni elemento necessario alla produzione e alla conservazione del vino.
L'azienda agricola si compone di circa 10 ettari di superficie, dove una piccola parta è coltivata a frutteto e oliveto, oltre a seminativi e bosco. L'area destinata alla viticoltura dispone di una diversificata varietà di uve: Malvasia nera, Cabernet Sauvignon, Susumaniello, Bianco D'Alessano, Verdeca, Merlot e Marchione con impianto che consente la raccolta meccanizzata. La produzione si svolge in loco dalla raccolta alla vinificazione può raggiungere le 140.000 bottiglie. Oggi la produzione è concentrata su 3 differenti vini: rosso, rosato e bianco. Si sta realizzando un'area destinata alla produzione di prosecco/spumante metodo classico.
L'azienda è certificata IGP (Indicazione Geografica Protetta) "Valle d'itria" e produce vini bianchi, rossi e rosati, e dal 2008 ha ottenuto anche la Certificazione Biologica, perché le uve prodotte da vitigni autoctoni, sono coltivate seguendo i principi dell'agricoltura biologica. Questo vuol dire che non vengono impiegate sostanze chimiche di sintesi e OGM. Si utilizzano concimi naturali e si coltiva secondo i criteri storici, ben sperimentati basati sulla fiducia dei processi naturali. L'obiettivo è stato quello di creare un agro-ecosistema interagente e favorevole alla gestione integrata dell'intera azienda, sono stati acquisiti nel corso degli anni appezzamenti di natura diversa: boschi, pascoli arborei, oliveti e seminativi. Tipica della zona è la terra rossa, povera di azoto, parzialmente dotata di argilla, limo e sabbia, ricca di potassio e boli. Il sottosuolo carsico e le notevoli escursioni termiche della zona favoriscono la produzione di vino di qualità.
La proprietà è completata da un impianto fotovoltaico di 20kwh installato nell'anno 2020, un pozzo artesiano collegato alla falda freatica a 400 mt di profondità, e un gruppo elettrogeno in grado di alimentare tutti gli impianti in assenza di energia elettrica.
La proprietà è venduta a "cancello chiuso". Per la normativa in ambito agricolo per vendita a cancello chiuso si intende il trasferimento di una proprietà con tutto ciò che si trova sul fondo e cioè comprensiva dei fabbricati, delle scorte presenti compreso il vino già prodotto, incluse macchine e attrezzi, frutti pendenti.
Approfondimenti tecnici
Il mestiere del vignaiolo si perde nella notte dei tempi, lungo tutta la Penisola, dove le infinite biodiversità rendono possibili la produzione di un gran numero di varietà vinicole autoctone. I vigneti migliori si estendono lungo le colline che guardano a sud-est, con buona esposizione al sole, giusta ventilazione e terreno argilloso. Non esiste una ricetta precostituita nella produzione artigianale: la bellezza e la difficoltà di questo lavoro stanno proprio nel capire come le modalità di vinificazione cambiano ogni anno. Ogni passaggio della vinificazione e dell'invecchiamento deve essere fatto con estrema cura e competenza.
E' questa la poesia che si può leggere tra i filari di piante autoctone che hanno sono state l'orgoglio e l'impegno di vignaioli per passione.
La Valle d'Itria, è una depressione carsica caratterizzata dal profilo uniforme tra le province di Bari e Brindisi e coincide con la zona meridionale dell'altopiano delle Murge. Si estende tra Locorotondo, Cisternino e Martina Franca. E' nota non solo per i caratteristici trulli dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, ma anche per i migliori vini bianchi di Puglia.
La valle ha un microclima unico (inverni rigidi ed estati lunghe notevolmente ventilate e con escursioni termiche notturne rilevanti) e un suolo caratterizzato dalle "terre rosse", di natura calcarea e argilloso-calcarea costituiscono l'ottimale substrato per vigneti, che così sviluppano aromi sofisticati e un buon grado di acidità.
Lo sviluppo della viticoltura in Valle d'Itria risale alla fine del XIX secolo, in concomitanza con una grave crisi che colpì la viticoltura francese causata dalla fillossera. Fu allora che per la coltivazione della vite fu impiegato un sistema di coltura basato su un porta-innesto di tipo americano.
Questa pratica col tempo fu raffinata: il terreno roccioso veniva spietrato e scavato, le radici del vitigno venivano piantate in profondità a contatto con il fresco della roccia e preziose sostanze minerali; lo scasso veniva poi colmato con terreno fertile.
Ancora oggi lo stesso sistema di impianto e coltura della vite ad alberello segue questo antico rituale e consente di difendersi dalla siccità. I due vitigni che esaltano le qualità del terreno carsico e del clima fresco della Valle d'Itria sono la Verdesca e il Bianco d'Alessano che si adatta alle zone più aride e alle spalle collinari. Questi due vitigni consentono la produzione di due splendidi vini bianchi, unici al mondo, gradevoli, ricchi di antiossidanti e quindi salutari.
Un pò di storia della proprietà
Sino al inizio del 1800 questa area della Puglia era connotata da immensi del latifondi amministrati sia dai nobili che direttamente dalle Università. Fu Gioacchino Murat che abolì la servitù delle terre dandole in enfiteusi perpetua all'agricoltura. Egli vietò la vendita di grandi appezzamenti, per stimolare la creazione di una nuova classe di proprietari. Questi interventi sul territorio servirono ad alleviare la miseria delle campagne, accrebbero la ricchezza nel regno di Napoli, migliorarono le finanze dello Stato con la soppressione dei sistemi feudali in tutta l'Italia Meridionale.
Le grandi distese agricole, necessitavano di un presidio puntuale della terra, per assicurarne la migliore cura e amministrazione, così la necessità si è vestita di bellezza, realizzando una edilizia rurale unica al mondo.
I massari si tramutarono in padroni, i pascoli diventarono privati e furono cinti da muri a secco, ed è così che lo sviluppo dell'agricoltura cambiò per sempre l'aspetto del territorio. Per questo gli edifici divengono un elemento di qualificazione funzionale e formale.
E' sullo sfondo di questi avvenimenti in ambito regionale che inizia l'avventura di una famiglia che ha legato il suo nome a questo territorio, e che da 5 generazioni lavora e produce qui.
Carlo originario di Alberobello nel 1860 si trasferisce in questa area e impianta i primi vigneti, avviando la produzione vitivinicola. Nel 1900 la produzione viene specializzata su vitigni autoctoni: Verdeca, Bianco d'Alessano, Marchione e Susumaniello.
Gli anni 70 del novecento rappresentano per la viticoltura una svolta per tutta la regione. Sono gli anni dell'interesse per i vini pugliesi da parte delle grandi case vinicole francesi e del nord Italia, che utilizzavano gli alti gradienti alcolici dei vini pugliesi per il "taglio" così da rinforzare i loro prodotti più "leggeri" conferendogli colore, struttura e alcol.
Nel 1999 la proprietà - passando ancora di generazione - viene riorganizzata e modernizzata, trasformando l'impresa agricola famigliare in una azienda moderna e funzionale. Si rinnova la cantina, con attrezzature di ultima generazione per la vinificazione, in linea con i nuovi standard, si creano gli spazi per l'accoglienza con la creazione di percorsi per la degustazione e la conoscenza dei prodotti.
Nel 2001 la produzione, che ha conservato i metodi di coltivazione tradizioni, ottiene la prima certificazione di produzione biologica.
L'azienda agricola con al sua produzione di altissima qualità continua la sua attività prendendosi cura degli edifici e dei vigneti senza soluzione di continuità, perchè in agricoltura poco è cambiato.
Si amplia l'attività agricola con l'ospitalità e i wine tour. L'engagement ha un effetto positivo a catena coinvolgendo i visitatori. I visitatori desiderano vivere un turismo esperienziale, denso di autenticità, diventando cosi ambasciatori del brand.