In questi primi mesi del 2020 oramai la parola più ricercata è Coronavirus. Non è mia intenzione entrare nel merito del problema da un punto di vista scientifico (per quello ci sono esperti e scienziati ai quali deve andare soltanto la nostra attenzione) e neppure fare un’analisi statistica dei contagiati, del tasso di mortalità e calcoli matematici tenendo conto del fattore R0; bensì il mio obiettivo è quello dare degli spunti di riflessione sulla sfida che siamo chiamati ad affrontare da un punto di vista economico e mentale.
Si è parlato del Corona Virus come di un Cigno Nero che stravolgerà l’economia mondiale ed impatterà in modo prepotente sull’economia del nostro Paese (commercio e turismo sono i settori più a rischio). Tuttavia, intervistato da la Repubblica, Nassim Nicholas Taleb, l'inventore dell’espressione, ha affermato che "Il coronavirus non è un cigno nero" in quanto manca di una connotazione essenziale: l'imprevedibilità. Ma cosa si intende per Cigno Nero? Non è altro che un evento inatteso in grado di travolgere tutto e tutti, cambiare la storia e riscrivere le regole.
La crisi che stiamo vivendo potrebbe essere paragonata a quella del 2008. Tuttavia, a mio modesto parere, questa crisi sarà peggio, molto peggio. Una crisi che, a differenza di quella finanziaria del 2008, ha un approccio bottom-up ossia dal basso verso l’alto. I primi ad essere toccati da questa situazione, infatti, sono stati i commercianti, le Pmi, gli alberghi e tutta quell’economia reale della nostra nazione che da un momento all’altro ha assistito ad una paralisi generale. Tuttavia, non credo sia possibile stabilire ad ora se si tratti di uno shock dal lato dell’offerta, dovuto alla frattura della filiera produttiva (supply chain) e all’assenza dal lavoro di tante persone contagiate, oppure se dal lato della domanda, dovuto ai provvedimenti presi dal governo per limitare il contagio.
In molte città italiane anche le agenzie immobiliari hanno registrato un calo della domanda concretizzatosi nell’annullamento degli appuntamenti. Questa non è altro che una conseguenza dell’angoscia dei nostri connazionali nei confronti di questo virus. Come avete potuto notare non ho usato il termine “paura” ma “angoscia”. Infatti, se la paura è uno strumento di difesa da un qualcosa che si conosce, l’angoscia nasce nel momento in cui si combatte un nemico sconosciuto.
Vi starete chiedendo: “Ok Davide, grazie per la lezione. Quindi?”.
Quindi è necessario cambiare il nostro approccio mentale. Mettere da parte l’angoscia, lasciare la paura come sistema di difesa, essere prudenti ascoltando i consigli di esperti e scienziati (https://bit.ly/2TzmXwS) e, soprattutto, trasformare una minaccia in opportunità.
È facile? Assolutamente no, ma potrebbe essere semplice. A mio avviso, infatti, è necessario approcciare a situazioni come questa che stiamo vivendo con pensiero positivo e con una visione a lungo termine: la crisi non durerà per sempre ma dal cambiamento che avverrà non si potrà tornare indietro.
Come ogni crisi, quindi, è necessario individuare quelle che sono le opportunità da cogliere adottando le giuste strategie. È necessario percepire questa situazione come una fase di cambiamento alla quale siamo chiamati per ridisegnare il nostro modello organizzativo sociale ed economico.
Ecco, di seguito, alcuni consigli che mi sento di dare ai titolari delle agenzie immobiliare ma che potrebbero essere utilizzati – modificandone i servizi e il core business - anche da altre categorie e imprenditori di altri settori:
Ora che hai a disposizione alcuni strumenti per superare questo momento, ti chiedo soltanto un’altra cosa: sii prudente, non ti allarmare e soprattutto non fermarti perché, stanne certo, il Coronavirus rimarrà solo un brutto ricordo.
La casa dei tuoi sogni è dietro l’angolo.