Mercato immobiliare

Student Housing: una asset class su cui puntare i riflettori

Articolo di La Redazione 10 gennaio 2019
L’esigenza di nuovi studentati vista dagli investitori come un business di successo per i prossimi anni.
L’immobiliare visto dallo studente fuori sede

Ora ti racconto una storia che credo sia simile a quella di tanti studenti universitari che come me hanno deciso di trasferirsi in una nuova città per conquistare la tanta agognata laurea.
La mia storia ha inizio a Milano in preda a mille pratiche burocratiche da sbrigare presso la Segreteria dell’Università degli Studi. Una di queste pratiche riguardava la richiesta di un posto letto in uno degli studentati convenzionati con l’università. La risposta non è tardata ad arrivare: i posti erano terminati.

Non è stato semplice digerire la notizia soprattutto perché lontana dalla famiglia e in una città che non conoscevo dovevo trovare un’altra soluzione abitativa e anche in fretta. Mi sono rimboccata le maniche e dopo aver visto decine e decine di case alla fine sono riuscita a trovare un posto letto che potesse rendere la mia esperienza fuori sede più o meno dignitosa. Perché ho usato quel termine? Perché la maggior parte delle abitazioni che ho visto erano in pessime condizioni di manutenzione oltre che essere vetuste.

Direi che il problema della mancanza di posti letto sufficienti per tutti o buona parte degli studenti universitari è un problema che, per quanto mi riguarda, esiste da almeno una decina di anni. Nel corso degli anni mi sono informata in merito e ciò che viene evidenziato dagli esperti del settore è che questo problema sia strettamente correlato alla mancanza di edifici adeguati.
 

Il nascente business degli studentati

Aumentano di anno in anno gli iscritti ai corsi universitari e attualmente il numero è pari a 1.654.680. Un numero che di certo non passa inosservato e su cui molti investitori stanno volgendo lo sguardo per sviluppare grandi opportunità di business.

Ciò che rende questo segmento una asset class di successo è che in Italia l’offerta è molto scarsa rispetto alla domanda degli universitari fuori sede. L’offerta è pari all’8,6% della domanda degli studenti e corrisponde a circa 52.000 posti letto. Ovviamente non c’è posto per tutti e gli studenti che si rivolgono al mercato della locazione sono circa 620.000.

Questi numeri vengono confermati anche dalla ricerca effettuata da Savills, fornitore globale di servizi immobiliari, che afferma inoltre che su una popolazione di 1,7 milioni di universitari, di cui 95.000 provenienti da tutti il mondo ogni anno, la disponibilità di posti letto è soltanto di 50.000, pari al 3% della copertura.

Con questi numeri in mano è facile pensare di creare del business! In questo modo, aumentando gli alloggi non solo migliorerebbe la qualità degli studenti ma farebbe crescere l’attrattività nazionale e internazionale del nostro territorio puntando anche su servizi aggiuntivi.
 

Gli studentati 2.0

Se nel resto d’Europa lo student housing è un business in forte sviluppo e ben consolidato, in Italia solo nell’ultimo periodo si sono compiuti dei piccoli passi in questa direzione. In particolare sono due le società capofila che hanno dato avvio a questo progetto, ossia Hines e TSH. Le città coinvolte in questo sviluppo sono Roma, Milano, Firenze e Bologna, indubbiamente considerati i maggiori fulcri universitari.

In cosa consistono questi progetti? Hines, una delle maggiori società immobiliari al mondo, ha in programma la creazione di due studentati, uno nei pressi dell’università Bocconi a Milano e uno nella città di Firenze. Le due strutture nel complesso avranno la disponibilità di 1.200 posti letto.

TSH, The Student Hotel, è già proprietaria di una struttura a Firenze nel “Palazzo del Sonno”, uno stabile nell'ex area Fiat di 20.000 mq in centro città dove è stato creato non solo un hotel per studenti ma anche un housing sociale ed edifici commerciali e direzionali. Nei prossimi anni apriranno altre tre strutture e in particolare nel 2019 a Bologna nel Quartiere Navile, meglio conosciuto come Bolognina, nel 2020 a Firenze in Viale Belfiore e a Roma nei pressi dell’università La Sapienza dove verranno ideate camere di design, spazi di co-working, un ristorante e una palestra.

Piccoli primi passi verso una grande opportunità di sviluppo che accontenterà le esigenze di una grande fetta di giovani fuori sede e ci farà guardare dal resto del vecchio continente non più come un fanalino di coda ma come un paese al “passo con i tempi”. L'auspicio è che il trend continui a crescere perché potrebbe beneficiarne anche l’economia del paese.
Stay tuned!

La Redazione