3 leader "tipo" per una squadra produttiva
Parlare di gestione del potere e del comando è un argomento delicato: nelle nostre orecchie stride sempre qualcosa, abituati a giusti principi di democrazia ed eguaglianza. Tuttavia sappiamo che un gruppo di persone non è in grado di concludere nulla se, prima o poi, qualcuno non sale su un mattone e organizza il pensiero e l’azione degli altri. Credo che sia una banale legge di natura, che superati secoli di elucubrazioni e filosofie, nel concreto vige tuttora: il branco ha bisogno di una guida. In una azienda, per toglierci dall’imbarazzo linguistico, chiamiamo questa guida leader. Ma chi sono i leader e quali sono le loro caratteristiche?
Ecco le 3 tipologie più frequenti di leadership:
- Il leader istituzionale. È la figura posta a dirigere il gruppo perché lo ha creato o perché è stato eletto o designato in modo formale per tale compito. I caratteri principali di questa figura sono:
- responsabilità. Il leader istituzionale rappresenta e risponde personalmente per il team. È chi ci mette la faccia. È responsabile dei risultati in termini di qualità, produttività ed efficienza, sia nei confronti di terzi esterni (clienti, partner, colleghi, collettività), sia nei confronti della squadra. Per questo motivo deve organizzarla e renderla affiatata e coesa.
- Autorità di ruolo. È il capo indiscusso del gruppo di lavoro, per definizione: la responsabilità che ricade su di lui/lei comporta che abbia l’ultima parola nelle decisioni, come garante della mission e della reputazione del brand. Essere autorevole, mai autoritario, è lo stile necessario perché il team operi con serenità e profitto.
È un compito gravoso, ma gratificante. Uno dei compiti principali del leader istituzionale è identificare e valorizzare i soggetti più validi del team. Frustrare l’intraprendenza per timore di farsi male può determinare un danno ancora peggiore.
- Il leader naturale. Questa figura nasce in modo spontaneo all’interno del gruppo di lavoro. Il team gli riconosce autorevolezza e lo segue per il suo modo d'essere e di porsi. È un talento innato di alcuni, che può anche essere coltivato. Ecco le principali caratteristiche della leadership naturale:
- empatia ed intelligenza pratica. È la caratteristica principale. Per predisposizione innata capisce al volo persone e situazioni. Il che determina a) un approccio assertivo con gli altri membri del team, che si sentono compresi e rispettati, b) capacità di rapida risoluzione dei problemi.
- Spirito di adattamento. Fluidità di pensiero e d'azione permettono a questa tipologia di leadership di non perdersi in sterili discussioni sul come faremo? Non è arroccato sul “si è sempre fatto così”. A situazione nuova risponde con soluzione nuova, magari non convenzionale.
- Autostima. Per sua natura non scende in campo se non ce n’è bisogno: se il team riesce a lavorare senza problemi, si limita a fare la sua parte. Quando vede che ci si incarta, prende le redini per orientare il lavoro e superare l’impasse, senza presunzione ma con una spontanea consapevolezza di esserne in grado. I colleghi lo ascoltano e seguono, di buon grado e senza alcuna obiezione.
- Competenza. L’attenzione e disponibilità del team ad adeguarsi alle sue indicazioni (il leader naturale non ordina, ma propone, suggerisce, indica, spesso accompagna) è anche dovuta alla sua competenza professionale. Si sa che parla a ragion veduta, anche quando propone una via inesplorata.
- Responsabilità decisionale. Il leader naturale non si tira indietro quando c’è da pigiare il bottone e nessuno osa farlo, assumendosi la piena responsabilità, senza "delegarla" (o scaricarla) ad altri.
- Riflessività. Capacità di analisi e percezione gli consentono di valutare la situazione con obiettività e trovare una risposta adeguata, senza agire d’istinto o sull’onda dell’emozione.
- Comunicativa. Tutti apprezzano il suo modo relazionarsi poiché assertivo. Riconosce i meriti e trasforma un rimprovero in uno stimolo. Trasmette entusiasmo ed iniziativa a tutto il team e crea positività.
- Intraprendenza. Il leader naturale nel bisogno si sente in dovere di prendere il timone, senza che nessuno glielo chieda, benché potrebbe starsene a fare il suo.
Tra i vari tipi e caratteristiche di leadership, avere quella naturale in agenzia è una risorsa preziosa: pensaci quando valuti dei candidati da incorporare.
- Il leader strategico. Questa figura è su un piano diverso dalle prime due. In pratica è il leader naturale riconosciuto per tale da quello istituzionale, che ne formalizza il ruolo davanti al team. La sua funzione è gestire situazioni critiche e impreviste.
Se hai progetti di sviluppo devi ragionare in termini di ridondanza e di antifragilità: è saggio pensare di non poter sempre fare tutto tu e selezionare qualcuno idoneo per questo ruolo cruciale. Può essere l’asso nella manica che ti garantisce dalle criticità impreviste e fa realizzare un salto di qualità dell’intero team. In più, rispetto al leader naturale, è contraddistinto da:
- abnegazione: non si risparmia, si butta anima e corpo nel suo compito di risoluzione di complicazioni inattese, mettendo in gioco tutte le sue conoscenze e capacità.
- Capacità di pensiero laterale. Alcune situazioni paiono insormontabili, solo perché vengono affrontate in modo standard. Spesso basta fare un passo indietro ed uno di lato e la visione d’insieme suggerisce soluzioni originali. Non tutti sono capaci di fare questi passi. Il leader strategico sì.
- Operativo sul campo. Conosce le dinamiche del mercato immobiliare per esserci cresciuto dentro e sa sfruttare al meglio l’esperienza maturata sul campo. Vive in agenzia e sulla piazza, continua a giocarsi ogni giorno con clienti, partner commerciali, colleghi e concorrenti.
- Libertà di sbagliare. Nulla congela l’azione come il timore delle conseguenze. In una situazione in cui occorre prendere decisioni tempestive ma non impulsive, rimuovere questo blocco mentale è prioritario per non farsi congelare dalla tensione. Senza presunzione di infallibilità, si assume la responsabilità delle sue azioni e sa trarre insegnamenti utili dall’errore.
- Primo tra pari. Il leader strategico si attiva quando c’è bisogno. Quello istituzionale e il team ne riconoscono autorevolezza e capacità e si rimettono alla sua organizzazione del lavoro. Perché il suo vero talento è rendere il lavoro di squadra efficace, organico e risolutivo.
- In tempi di lavoro normale, incoraggia i colleghi a sviluppare le proprie capacità e predisposizioni, in modo che tutti abbiano un proprio posto d’azione cui applicarli quando serve. Collabora, ascolta e si confronta con tutti. Fa sì che tutte le informazioni inerenti al lavoro siano note e condivise: quando chi dirige una attività come una agenzia immobiliare indipendente trasmette al suo team solo i dati minimi indispensabili, corre il rischio che nessuno possa sostituirlo con cognizione di causa quando si verifica un problema e lui è impedito.
Un uomo solo al comando non basta
Una buona squadra non è davvero tale se non può contare su guide preparate e empatiche, capaci di mutare le sfide del mercato in occasioni di successo. Tuttavia l’azione di un gruppo di lavoro è vincente quando tutti i suoi membri conoscono con precisione gli obiettivi pianificati e tutti gli elementi necessari per raggiungerli.
Non tutti possono essere leader, ma ognuno può fare del suo meglio, nel proprio ruolo e con le proprie competenze. I buoni risultati arrivano quando tutti i membri del gruppo, nessuno escluso, sono consapevoli e corresponsabili del successo del brand.