La firma digitale si inserisce in un mondo che corre alla velocità della luce, dove le nuove tecnologie, negli ultimi 50 anni, hanno avuto il sopravvento sia nella vita privata di ognuno di noi, sia nel mondo degli affari. Sono ancora molte le persone che non hanno ancora una profonda percezione delle potenzialità di certi strumenti (tecnologici).
Di frequente, infatti i traffici giuridici si concludono in luoghi virtuali ed è per questo che l’ordinamento ha iniziato a disciplinare la conclusione di contratti a mezzo internet, ovvero ad attribuire lo stesso valore giuridico di una raccomandata a.r. ad una PEC (Posta elettronica certificata).
Ma come fare a garantire l’identità di una persona ovvero l’autenticità del documento trasmesso via internet?
Dal D.Lgs. n. 82/2005 al Regolamento (UE) n. 910/2014, le fonti normative (sia italiane che europee) hanno regolato le diverse forme informatiche di identificazione, tra cui:
1. La firma elettronica
La firma elettronica generica (anche detta “firma debole”) è il punto di partenza per la tua identificazione online. Per esempio, la username e la password di accesso che utilizzi per molti siti internet, da Facebook ad Amazon, costituiscono l’insieme di dati in forma elettronica qualificabili come firma elettronica.
2. La firma elettronica avanzata
La firma elettronica avanzata è quella che apponi sul tablet in banca o negli uffici postali. L'articolo 1 del D.Lgs. n.82/2005, la definisce così: “l’insieme di dati in forma elettronica allegati oppure connessi a un documento informatico che consentono l’identificazione del firmatario del documento e garantiscono la connessione univoca al firmatario, creati con mezzi sui quali il firmatario può conservare un controllo esclusivo, collegati ai dati ai quali detta firma si riferisce in modo da consentire di rilevare se i dati stessi siano stati successivamente modificati”. Per semplificare, si tratta della firma autografa apposta mediante uno strumento che controlli fisicamente (penna o terminale). Ogni contraffazione di questa firma può essere rilevata.
3. La firma elettronica qualificata
La firma elettronica qualificata è un particolare tipo di firma elettronica avanzata con due elementi addizionali: (i) un certificato; (ii) un dispositivo fisico sicuro per la creazione della firma. In buona sostanza è una firma elettronica qualificata realizzata attraverso un token o la smart card. Ti capita di utilizzare questo sistema quando accedi all'home banking oppure a siti web che richiedono l'autenticazione di sicurezza a due fattori (username e password + codice).
4. La firma digitale
Anch’essa è un particolare tipo di firma elettronica qualificata basata su un sistema di chiavi asimmetriche a coppia, una pubblica e una privata, che consente al titolare tramite la chiave privata e al destinatario tramite la chiave pubblica, rispettivamente, di rendere manifesta e di verificare la provenienza e l'integrità di un documento informatico o di un insieme di documenti informatici.
Tralasciando il procedimento tecnico di firma, è possibile comunque affermare che attraverso lo stesso si attesta la volontà del titolare della chiave privata di sottoscrivere il documento informatico e di conseguenza di assumersi la piena responsabilità del suo contenuto.
Tramite tale processo si attesta da una parte l’autenticità del mittente, dall’altra l’integrità del documento firmato oltre ad applicarsi il cosiddetto principio del non ripudio, equiparando la firma digitale a quella autografa, contestabile soltanto mediante querela di falso da parte di colui al quale viene attribuita la firma stessa.
Nel settore immobiliare, l'uso della firma elettronica inizia via via a farsi strada. Basti pensare alle applicazioni per la sottoscrizione di contratti di locazione o incarichi di vendita in differita e in mobilità, o la firma di contratti di compravendita a distanza effettuati sui sistemi digitali dei Notai e perfino la partecipazione ad aste immobiliari online.
Società come Namirial, per esempio, lavorano per produrre modalità di certificazione dell'identità evolute e rendere più green e sostenibile il lavoro e gli adempimenti di milioni di professionisti.
Il costo pressoché irrisorio dell’acquisto di una firma digitale, permette al consulente immobiliare di valutare un investimento nel prodotto, creando un welcome kit per i propri clienti. Ciò potrebbe tradursi in un ritorno in termini economici e contribuirebbe anche al progresso tecnologico.
E allora, in un contesto dove la generazione delle firme digitali in modalità remota cresce in modo esponenziale (da 665.206.174 generate nel secondo semestre del 2016 rispetto a 1.034.548.974, appena due anni dopo) e dove la sostenibilità sta diventando un elemento strategico per le imprese moderne, perché non attuare una politica paperless nella tua agenzia immobiliare, incentivando l’utilizzo costante dei più moderni strumenti tecnologici?
La casa dei tuoi sogni è dietro l’angolo.