Il nostro paese è definito da sempre, un paese “di risparmiatori“. Infatti il dato riguardante la propensione all’investimento dell’italiano medio, ossia dedicare parte del risparmio alla produzione di reddito tramite un investimento finanziario, è veramente basso rispetto ai maggiori paesi europei.
Il “cash cautelativo” inteso come accumulo di liquidità, è il metodo scelto dalle famiglie italiane per proteggersi dalle incertezze, come le spese impreviste, la salute o la perdita del lavoro.
Le motivazioni sono da ricercare principalmente:
L’OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico definisce l’educazione finanziaria come: “quel processo mediante il quale i consumatori/investitori migliorano le proprie cognizioni riguardo a prodotti, concetti e rischi in campo finanziario e, grazie a informazioni, istruzione e/o consigli imparziali, sviluppano le abilità e la fiducia nei propri mezzi necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi finanziari, a fare scelte informate, a sapere dove rivolgersi per assistenza e a prendere altre iniziative efficaci per migliorare il loro benessere finanziario”.
La mancanza di una scolarizzazione riguardo la finanza di base e la scarsa dimestichezza con statistiche e percentuali della maggior parte degli italiani, si traducono in un rapporto con la finanza che stenta a decollare.
La mancata propensione a investire si affianca alla diffidenza verso gli strumenti di pagamento digitali (es. carta di credito ed altre modalità on line). Timido l’approccio con gli investimenti finanziari digitalizzati (trading on-line e criptovalute) che restano appannaggio di chi ha già approcciato investimenti nelle forme più tradizionali. In questo caso il deterrente maggiore è la paura di subire truffe e furti di identità.
L’analisi dell’osservatorio CONSOB 2020 su “L’approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane” ha fornito dati interessanti sul profilo socio-demografico e la propensione al rischio del campione analizzato. Nel 73% dei casi l’investitore è uomo e nel 66% condivide la decisione col partner. Solamente il 40% degli intervistati si è posto un budget per le spese e/o ha elaborato una pianificazione finanziaria.
Più del 60% ha paura di non avere le risorse per gestire spese inattese e si ritiene preoccupato di non riuscire a mantenere un adeguato tenore di vita dopo il pensionamento. Meno del 20% è informato su quanto ammonterà la propria pensione mensile e se sarà sufficiente a mantenere l’attuale tenore di vita.
Nonostante tali preoccupazioni, la paura delle perdite, la sfiducia negli operatori finanziari e la tendenza ad attribuire il successo finanziario a capacità personali e non a una corretta pianificazione, costituiscono un deterrente che non fa approcciare la maggioranza a piani di investimento.
La mancanza di educazione finanziaria e di un piano generale per il futuro della famiglia si esprime nell’allarmante dato che più del 60% degli intervistati accantona risorse senza uno scopo preciso, ma solo perché preoccupato per eventi inattesi.
Nella famiglia media le risorse finanziarie provengono dal lavoro dei suoi componenti e, in molti casi, da immobili di proprietà utilizzati a scopo di investimento. Proprio quest’ultima tendenza è rimasta tale anche con la crisi innescata dall’attuale pandemia.
Infatti, al crollo dei prezzi degli immobili si è affiancato un periodo molto conveniente per stipulare mutui a tassi particolarmente favorevoli. Questa convergenza ha creato il momento ideale per avere un indebitamento più leggero rispetto al passato per poter acquistare un immobile residenziale.
Vediamo insieme a grandi linee quali sono i termini più ricorrenti nel glossario degli investimenti.
La figura del consulente finanziario è divenuta nel tempo sempre più importante in quanto la gestione del denaro e il benessere economico sono aspetti molto importanti per ognuno di noi. Tuttavia in Italia ancora sono poche le persone che si rivolgono a questa figura professionista del mercato.
Oggi, c’è sicuramente la necessità di sviluppare un programma di educazione finanziaria trasversale (fascia di età, sesso, capacità di risparmio e investimento) per migliorare l’analfabetismo attuale in termini di finanza. Le persone non parlano volentieri del proprio patrimonio, ma è necessario che le Istituzioni a tutti i livelli, compresa la scuola verso i più giovani, si prendano carico di questa responsabilità.
Limitarsi a emanare regole sulla trasparenza delle operazioni, che rischiano di rimanere conosciute solo da pochi operatori, non basta più. Se per il futuro desideriamo che i cittadini siano “finanziariamente attivi” bisogna far comprendere loro i vantaggi rapportati ai rischi delle operazioni finanziarie.
Gestire al meglio le entrate familiari può essere utile a:
Apprendere i metodi per una corretta pianificazione finanziaria può aiutare a gestire in modo corretto le proprie risorse finanziarie, gli investimenti, le assicurazioni.
La casa dei tuoi sogni è dietro l’angolo.