Viaggio nella Bellezza, le pietre raccontano: Il latifondo di Elvira a Lama Torre Bianca.
Riepilogo superfici
Costruzione mq 1.000
Terreno agricolo mq 1.350.000
I castelli stanno al corso inferiore della Loira come le masserie stanno alla Puglia. Meno conosciute delle fortezze Sveve e aragonesi, mi piace immaginare che attraverso di esse si possa entrare in contatto con un pezzo della nostra storia. Infatti oggi il simbolo, le ambasciatrici, il concept, come si dice oggi, della Puglia.
L'architettura rurale fiorita in Puglia nei secoli tra il XVI e il XVIII rispondeva a precise esigenze economiche.
Sottratte all'immenso patrimonio ecclesiastico, sorsero tra il Gargano e il Salento quali meravigliosi manieri per la produzione cerealicola, l'olivicoltura e l'allevamento. Per oltre quattro secoli inoltre la 'mena delle pecore' ne influenzo' decisivamente la conduzione e la fisionomia costruttiva.
Situata in agro di Ostuni, il latifondo è costituito da circa 135 ettari ettari. Ha attraversato il tempo intonso per le disposizioni testamentarie della nobildonna Elvira di Putignano che nel 1945 lo ha donato ad un convento di Napoli, con l'obbligo di devolvere le rendite al sovvenzionamento del Convento di Spinazzola. Questa modalità ha consentito il mantenimento della proprietà integra, evitando i frazionamenti che spessissimo parcellizzavano i vasti patrimoni agrari. La proprietà partendo dalla collina, in prossimità della Via Traiana, è cinta da due lame ed arriva sino alla linea di costa.
Alla masseria si arriva attraversando la distesa dei seminativi, lungo una strada bianca in terra battuta. Contrariamente ad altre zone costiere dell'Alto Salento, la proprietà conservatasi come latifondo non è stata interessata da interventi edilizi, e ha conservato vegetazione tipica dell'area carsica murgiana. La Masseria Torre Bianca è situata a circa 3 km dal mare e circa 4 dalle prime colline murgiane nel territorio di Ostuni, tra la statale 379 e la via Traiana (l'antica via romana che collegava Roma a Brindisi), ed è stata costruita in posizione suggestiva e panoramica sul costone della Lama di Fiume Morelli. Sono presenti molti sentieri che scendono sul fondo del canyon tra cespugli profumati di santoreggia e timo e pareti tufacee costellate da case-grotte, stalle, magazzini medievali scavati nella roccia, con una densa macchia mediterranea sviluppatasi sulle pareti carsiche.
Il vasto possedimento conserva attraversare diversi habitat: l'uliveto, il seminativo, la zona umida e il litorale sabbioso, oltre a due lame.
Queste ultime caratterizzano fortemente il territorio pugliese. Sono incisioni lineari nel banco di calcare perpendicolari alla linea di costa, con fondo piatto e pareti inclinate. Sono il risultato dell'azione erosiva delle acque superficiali che vi scorrevano. Veri e propri fiumi fossili sono testimoni di un passato con un clima decisamente differente. Oggi hanno la funzione di assicurare il deflusso delle acque meteoriche dalle colline al mare. Le pareti scoscese sono dense di vegetazione, che sfruttando il fenomeno della inversione termica creano un ecosistema utile alla avifauna sia stanziale che migratoria, che le usa le cavita e gli alberi come rifugio.
La coltivazione dell'ulivo ha origini remote in questa area, si conservano piante plurisecolari, che contraddistinguono un paesaggio agrario tra i più antichi del Mediterraneo, diventando simbolo indiscusso della Puglia. L'oliveto è rimasto intatto per secoli, e le piante sono disposte in maniera causale secondo l'originaria disposizione dell'olivastro, che poi è stata innestata per poi ottenere un frutto adatto a produrre olio.
La zona umida si trova dietro le dune al confine dell'area del Fiume Morelli, caratterizzata dalla presenza di specchi d'acqua alimentate oltre che dalle piogge da risorgive, dalle quali sgorga acqua leggermente salina e acidula, perché accumulata in cavità sotterranee di roccia calcarea.
La proprietà agricola si protende sino al mare dove le dune di sabbia finissima, ospitano ginepri secolari, i profumati lentischi e mirti, i pungenti giunchi ed eringi, le profumate ginestre, i gigli di mare e salsapariglia. Confina con la zona umida di Fiume Morelli, con la sua particolare "naturalità antropica", dove oltre ad essere un importante stazione per gli uccelli acquatici che svernano nel parco, è presente un importante ed antico impianto di acquacoltura.
Il seminativo rappresenta in ogni caso la maggiore superficie della proprietà attualmente coltivata a grano.
Altro importante elemento che ha protetto questo immobile è stata trovarsi all'interno del Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere, che si estende nei territori di Ostuni e Fasano su circa 1.000 ettari, lungo 6 km di costa da Torre Canne a Torre San Leonardo.
Tutto il Parco è caratterizzato da lame e gravine, fenomeni carsici tipici delle murge originati dall'azione erosiva delle acque che hanno favorito la nascita di insediamenti rupestri in età medievale.
Tanta storia ha attraversato questa area di Puglia, basti pensare che l'insediamento masserizio si trova nei pressi del Dolmen di Montalbano - megalite preistorico risalente alla prima Età del Bronzo (2000-1500 a.C.) - e della chiesa in rupe di San Giacomo, già citato nelle fonti del XVI secolo. La vicinanza di questa chiesa alla Via Traiana la rendeva tappa obbligata per i pellegrini che, al ritorno dalla Terra Santa, concludevano il proprio itinerario a S. Giacomo di Compostela in Spagna.
Non esiste una masseria identica all'altra, questo rende impossibile una qualsiasi classificazione attraverso dei modelli architettonici. La mancanza di identità non è altro che il frutto della estrema ricchezza dei modelli, delle configurazioni, delle articolazioni di uno stesso tipo architettonico che viene adeguato alle esigenze specifiche.
Sorta nel XVIII secolo la costruzione è caratterizzata da una organizzazione razionale degli spazi funzionali alla pratica dell'allevamento e della cerealicoltura.
Presenta una serie di unità architettoniche utili alle diverse attività produttive. Al primo piano vi è l'alloggio del proprietario. Mentre a piano terra vi sono diverse unità abitative destinate ai massari, cioè coloro che si occupavano di coltivare i fondi agricoli. Conserva molti ambienti colorati con la cosiddetta calce blu o poltiglia bordolese: si tratta di un composto di latte di calce (un grassello molto diluito fino a una consistenza liquida) e solfato di rame utilizzato fin dall'800 come trattamento fitosanitario per la vite e gli alberi da frutto. Veniva spesso utilizzata per la tinteggiatura di ambienti di servizio come stalle, cantine o dispense, perché all'azzurro si attribuivano proprietà disinfettanti e la capacità di allontanare le mosche.
La posizione del fabbricato sul solco carsico, un fiume ha inciso il tenero calcare, era funzionale ad un migliore utilizzo degli ampi spazi coltivati. Una costruzione sorta nel centro della proprietà avrebbe sottratto una estesa superficie coltivabile. In questa posizione invece oltre alla posizione fortificata, godeva della vista di pareti di roccia, distese di profumato timo arbustivo, santoreggia in fiore, orchidee spontanee e cascate di capperi che pendono agli ingressi delle case grotta scavate nel Medioevo.
Probabilmente si tratta dell'espansione in piano del villaggio che si era sviluppato nelle grotte del canyon la cui popolazione traeva beneficio dal fiume che scorreva sul fondo del canyon e che si rifugiava nelle cavità naturali, per nascondersi alla vista di eventuali nemici. Del resto la costa è vicina, il mare è un accesso privilegiato per coloro che solcano l'Adriatico. Il villaggio, inoltre, si collocava lungo importanti vie di transito come l'antica Via Traiana, percorsa nel Medioevo da Crociati, viandanti e pellegrini diretti o provenienti dalla Terra Santa.
Tutt'attorno alla costruzione distese mozzafiato di pascoli e campi di grano che si spingono fino al mare e isolati olivi monumentali di rara bellezza, contorti, mastodontici, dalle forme bizzarre, piegati dalla forza del vento e la vista della linea di costa, rendono questa proprietà una perla rara.
La visita a questo compendio immobiliare costituirà una esperienza piena di fascino, sarà un percorso fatto di roccia, profumi mediterranei, pascoli e olivi millenari, entrando in contatto con la nostra storia.
Costruzione mq 1.000
Terreno agricolo mq 1.350.000
Dista km 90 dall'aeroporto di Bari e 40 km da quello di Brindisi.
Riepilogo superfici
Costruzione mq 1.000
Terreno agricolo mq 1.350.000
I castelli stanno al corso inferiore della Loira come le masserie stanno alla Puglia. Meno conosciute delle fortezze Sveve e aragonesi, mi piace immaginare che attraverso di esse si possa entrare in contatto con un pezzo della nostra storia. Infatti oggi il simbolo, le ambasciatrici, il concept, come si dice oggi, della Puglia.
L'architettura rurale fiorita in Puglia nei secoli tra il XVI e il XVIII rispondeva a precise esigenze economiche.
Sottratte all'immenso patrimonio ecclesiastico, sorsero tra il Gargano e il Salento quali meravigliosi manieri per la produzione cerealicola, l'olivicoltura e l'allevamento. Per oltre quattro secoli inoltre la 'mena delle pecore' ne influenzo' decisivamente la conduzione e la fisionomia costruttiva.
Situata in agro di Ostuni, il latifondo è costituito da circa 135 ettari ettari. Ha attraversato il tempo intonso per le disposizioni testamentarie della nobildonna Elvira di Putignano che nel 1945 lo ha donato ad un convento di Napoli, con l'obbligo di devolvere le rendite al sovvenzionamento del Convento di Spinazzola. Questa modalità ha consentito il mantenimento della proprietà integra, evitando i frazionamenti che spessissimo parcellizzavano i vasti patrimoni agrari. La proprietà partendo dalla collina, in prossimità della Via Traiana, è cinta da due lame ed arriva sino alla linea di costa.
Alla masseria si arriva attraversando la distesa dei seminativi, lungo una strada bianca in terra battuta. Contrariamente ad altre zone costiere dell'Alto Salento, la proprietà conservatasi come latifondo non è stata interessata da interventi edilizi, e ha conservato vegetazione tipica dell'area carsica murgiana. La Masseria Torre Bianca è situata a circa 3 km dal mare e circa 4 dalle prime colline murgiane nel territorio di Ostuni, tra la statale 379 e la via Traiana (l'antica via romana che collegava Roma a Brindisi), ed è stata costruita in posizione suggestiva e panoramica sul costone della Lama di Fiume Morelli. Sono presenti molti sentieri che scendono sul fondo del canyon tra cespugli profumati di santoreggia e timo e pareti tufacee costellate da case-grotte, stalle, magazzini medievali scavati nella roccia, con una densa macchia mediterranea sviluppatasi sulle pareti carsiche.
Il vasto possedimento conserva attraversare diversi habitat: l'uliveto, il seminativo, la zona umida e il litorale sabbioso, oltre a due lame.
Queste ultime caratterizzano fortemente il territorio pugliese. Sono incisioni lineari nel banco di calcare perpendicolari alla linea di costa, con fondo piatto e pareti inclinate. Sono il risultato dell'azione erosiva delle acque superficiali che vi scorrevano. Veri e propri fiumi fossili sono testimoni di un passato con un clima decisamente differente. Oggi hanno la funzione di assicurare il deflusso delle acque meteoriche dalle colline al mare. Le pareti scoscese sono dense di vegetazione, che sfruttando il fenomeno della inversione termica creano un ecosistema utile alla avifauna sia stanziale che migratoria, che le usa le cavita e gli alberi come rifugio.
La coltivazione dell'ulivo ha origini remote in questa area, si conservano piante plurisecolari, che contraddistinguono un paesaggio agrario tra i più antichi del Mediterraneo, diventando simbolo indiscusso della Puglia. L'oliveto è rimasto intatto per secoli, e le piante sono disposte in maniera causale secondo l'originaria disposizione dell'olivastro, che poi è stata innestata per poi ottenere un frutto adatto a produrre olio.
La zona umida si trova dietro le dune al confine dell'area del Fiume Morelli, caratterizzata dalla presenza di specchi d'acqua alimentate oltre che dalle piogge da risorgive, dalle quali sgorga acqua leggermente salina e acidula, perché accumulata in cavità sotterranee di roccia calcarea.
La proprietà agricola si protende sino al mare dove le dune di sabbia finissima, ospitano ginepri secolari, i profumati lentischi e mirti, i pungenti giunchi ed eringi, le profumate ginestre, i gigli di mare e salsapariglia. Confina con la zona umida di Fiume Morelli, con la sua particolare "naturalità antropica", dove oltre ad essere un importante stazione per gli uccelli acquatici che svernano nel parco, è presente un importante ed antico impianto di acquacoltura.
Il seminativo rappresenta in ogni caso la maggiore superficie della proprietà attualmente coltivata a grano.
Altro importante elemento che ha protetto questo immobile è stata trovarsi all'interno del Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere, che si estende nei territori di Ostuni e Fasano su circa 1.000 ettari, lungo 6 km di costa da Torre Canne a Torre San Leonardo.
Tutto il Parco è caratterizzato da lame e gravine, fenomeni carsici tipici delle murge originati dall'azione erosiva delle acque che hanno favorito la nascita di insediamenti rupestri in età medievale.
Tanta storia ha attraversato questa area di Puglia, basti pensare che l'insediamento masserizio si trova nei pressi del Dolmen di Montalbano - megalite preistorico risalente alla prima Età del Bronzo (2000-1500 a.C.) - e della chiesa in rupe di San Giacomo, già citato nelle fonti del XVI secolo. La vicinanza di questa chiesa alla Via Traiana la rendeva tappa obbligata per i pellegrini che, al ritorno dalla Terra Santa, concludevano il proprio itinerario a S. Giacomo di Compostela in Spagna.
Non esiste una masseria identica all'altra, questo rende impossibile una qualsiasi classificazione attraverso dei modelli architettonici. La mancanza di identità non è altro che il frutto della estrema ricchezza dei modelli, delle configurazioni, delle articolazioni di uno stesso tipo architettonico che viene adeguato alle esigenze specifiche.
Sorta nel XVIII secolo la costruzione è caratterizzata da una organizzazione razionale degli spazi funzionali alla pratica dell'allevamento e della cerealicoltura.
Presenta una serie di unità architettoniche utili alle diverse attività produttive. Al primo piano vi è l'alloggio del proprietario. Mentre a piano terra vi sono diverse unità abitative destinate ai massari, cioè coloro che si occupavano di coltivare i fondi agricoli. Conserva molti ambienti colorati con la cosiddetta calce blu o poltiglia bordolese: si tratta di un composto di latte di calce (un grassello molto diluito fino a una consistenza liquida) e solfato di rame utilizzato fin dall'800 come trattamento fitosanitario per la vite e gli alberi da frutto. Veniva spesso utilizzata per la tinteggiatura di ambienti di servizio come stalle, cantine o dispense, perché all'azzurro si attribuivano proprietà disinfettanti e la capacità di allontanare le mosche.
La posizione del fabbricato sul solco carsico, un fiume ha inciso il tenero calcare, era funzionale ad un migliore utilizzo degli ampi spazi coltivati. Una costruzione sorta nel centro della proprietà avrebbe sottratto una estesa superficie coltivabile. In questa posizione invece oltre alla posizione fortificata, godeva della vista di pareti di roccia, distese di profumato timo arbustivo, santoreggia in fiore, orchidee spontanee e cascate di capperi che pendono agli ingressi delle case grotta scavate nel Medioevo.
Probabilmente si tratta dell'espansione in piano del villaggio che si era sviluppato nelle grotte del canyon la cui popolazione traeva beneficio dal fiume che scorreva sul fondo del canyon e che si rifugiava nelle cavità naturali, per nascondersi alla vista di eventuali nemici. Del resto la costa è vicina, il mare è un accesso privilegiato per coloro che solcano l'Adriatico. Il villaggio, inoltre, si collocava lungo importanti vie di transito come l'antica Via Traiana, percorsa nel Medioevo da Crociati, viandanti e pellegrini diretti o provenienti dalla Terra Santa.
Tutt'attorno alla costruzione distese mozzafiato di pascoli e campi di grano che si spingono fino al mare e isolati olivi monumentali di rara bellezza, contorti, mastodontici, dalle forme bizzarre, piegati dalla forza del vento e la vista della linea di costa, rendono questa proprietà una perla rara.
La visita a questo compendio immobiliare costituirà una esperienza piena di fascino, sarà un percorso fatto di roccia, profumi mediterranei, pascoli e olivi millenari, entrando in contatto con la nostra storia.
Costruzione mq 1.000
Terreno agricolo mq 1.350.000
Dista km 90 dall'aeroporto di Bari e 40 km da quello di Brindisi.